Frammenti: la poesia della pietra spezzata

Gió Forma x Porfido Pedretti

Milano, 2025

La nuova collezione di Giò Forma per Porfido Pedretti trasforma lo scarto in forma, la materia in pensiero

Nel cuore del design contemporaneo, dove sostenibilità e ricerca formale si intrecciano sempre più intimamente, nasce Frammenti — una collezione che è insieme gesto artistico e dichiarazione etica. Il progetto, frutto della collaborazione tra Porfido Pedretti e lo studio milanese Giò Forma, esplora i confini della materia e del senso, interrogando lo scarto come opportunità, e la pietra come narrazione, come accade nell’arte giapponese del Kintsugi.

Frammenti prende vita a partire da ciò che solitamente viene scartato: frammenti di porfido, rimanenze di lavorazione, pezzi imperfetti. Ma è proprio da queste irregolarità, da queste fratture non pianificate, che la collezione trae la sua forza espressiva. Lungi dall’essere un compromesso, lo scarto diventa qui origine, intuizione primaria, punto di partenza per una riflessione sulla bellezza imperfetta e sull’autenticità della materia.

Il progetto si compone di sei elementi — tra arredi e lampade — pensati per spazi interni ed esterni. Oggetti solidi e scultorei che sembrano emergere dalla terra stessa, reinterpretando la tradizione lapidea in chiave contemporanea. Le tonalità scelte — Vallecamonica, Giallogiotto e Grigioverde — esaltano la ricchezza cromatica del porfido, accostando venature e superfici spezzate in un gioco di equilibri e contrasti.

La luce gioca un ruolo chiave: accarezza le superfici, sottolinea le fratture, evidenzia la tensione tra pieni e vuoti. Così, ogni pezzo diventa parte di un racconto silenzioso, fatto di materia e presenza, di memoria e visione.

Non c’è nostalgia, ma una tensione verso il futuro: un futuro in cui il rispetto per le risorse si coniuga con la libertà del pensiero progettuale.

Ogni elemento della collezione è un piccolo monumento all’incompiuto, un invito a riscoprire la poesia dell’imperfetto. Un’ode alla bellezza non addomesticata, che trova nelle fratture la sua più profonda armonia.

In un tempo in cui l’abbondanza genera spreco, Frammenti ci ricorda che nella sottrazione, nella cura, nell’ascolto della materia si può ancora trovare un’estetica capace di emozionare. E che anche il più piccolo scarto può diventare forma viva, presenza sensibile, segno di rinascita.

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